Emozioni di Romania 2015

Circolo ACLI: viaggio nel nord-est della Romania , giugno 2015 R2015 romania 1 Dal 30 maggio al 2 giugno 2015, ci siamo recati in Romania e precisamente nelle regioni del nord-est – Bucovina e Moldovia – con scopo turistico ma anche per approfondirne la conoscenza, un tour con modalità “meno tradizionali” ovvero più orientato a incontrare e vivere la realtà locale, che è l’unico modo per comprendere lo spirito di una terra. Ci siamo avvalsi per fare ciò, dalla collaborazione della carissima amica Narcisa Hurdubaia, che ha progettato e organizzato il viaggio. Il gruppo era composta da 12 persone (!), e con piacere raccontiamo sinteticamente, ai lettori di Voce Amica, questa nostra bella esperienza richiamando tre piani narrativi.

1) Ecumenico: le regioni da noi visitate sono parte integrante del patriarcato ortodosso di Bucarest, e proprio in quell’area si trovano i più bei monasteri dell’intera Romania, vale su tutti il richiamo a quello di Voronet (vedi fotografia) in località Suceava, anche conosciuto come la cappella sistina ortodossa. Il popolo rumeno, lo abbiamo constatato in più occasioni, è un popolo intriso di una profonda spiritualità e devozione, in particolare per la Madonna, che manifesta visibilmente dopo gli anni bui passati sotto il regime comunista. Nella cattedrale di Iasi, dove sono presenti le reliquie di Santa Parascheva, è normale assistere alla lenta e lunga teoria di devoti che si recano a pregare alla sua teca con l’usanza di lasciare foglietti scritti contenenti le proprie intenzioni che vengono raccolti da una ordinata. Per una fortunata coincidenza, siamo stati il primo gruppo di pellegrini stranieri recatosi alla periferia di Vaslui, presso piccola cappella votiva costruita in ricordo di padre Arsenie Boca un mistico molto amato in loco, la cui fotografia, si dice, abbia lacrimato il 23 aprile 2015 davanti ad una madre in preghiera. Poi, il grande piacere avuto di incontrare padre Vasile Buruiana della chiesa ss. Apostoli Petru si Pavel in frazione Satu Nou di Muntenii de Sus, il quale, accogliendoci con molto calore e simpatia ci ha raccontato della sua comunità e delle iniziative benefiche che fanno in loro favore. Durante il racconto, in più occasioni si è espresso per la fratellanza che accomuna cattolici e ortodossi, con riconoscenza e in forte sintonia con il desiderio di ecumenismo sostenuto da papa Francesco, oltre ad avere ricordato la visita di Papa Giovanni Paolo II in Romania nel 1999.

2)Sociale e culturale: le città e i paesi visitati sono intrisi delle vestigia (monumenti, castelli, statue) di Stefan cel Mare (Stefano il grande), il re Moldavo del XIV secolo difensore della cristianità nella lotta contro gli Ottomani, considerato eroe nazionale dalla Romania e dalla Moldavia. È venerato come “Santo” dalla Chiesa ortodossa Rumena dopo la sua canonizzazione avvenuta nel 1992. Pur in una evidente differenza fra aree rurali e città, il paese è ormai integrato nella comunità europea e occidentale: gusti, consumi, abbigliamento, mantenendo comunque forti le proprie origini e tradizioni culturali legate ad una vita agreste. La popolazione rumena ha una età media giovane e questo è un buon segnale in prospettiva per il paese. Sotto l’aspetto economico coesistono aree con discreta concentrazione industriale, soprattutto in prossimità delle città, frutto di delocalizzazioni anche italiane, che si accompagnano ad una agricoltura con molti addetti perché ancora di auto sussistenza ad integrazione del reddito. Il territorio è una vera sorpresa, presenta grandi spazi ad andamento collinare e colmi di vegetazione rigogliosa di un colore verde intenso. Il problema più rilevante, a detta dei locali, è legato alle infrastrutture (viabilità, acqua potabile, linee elettriche, fognature) non ancora all’altezza per dare slancio e pieno sviluppo al paese, per il cui finanziamento molto dipende dalla Comunità Europea.Vi è statal’occasione di fare un incontro istituzionale con il sindaco di Muntenii de Sus, Anton Vasile (vedi foto), il quale, molto contento dell’opportunità, si è prestato a rispondere alle nostre domande e curiosità. Questo incontro era già programmato e con l’occasione abbiamo portato a lui una lettera di auguri da parte del nostro Sindaco a nome della nostra comunità. Molto bella la città di Iasi (vecchia capitale della Romania) dove antico e moderno si integrano bene e nel quale si coglie il respiro di una qualsiasi altra capitale europea. Curiosa l’antica salina di Cacica (ex miniera di sale), dove a 60-70 metri sotto il livello del suolo è stato ricavato un vero e proprio “centro di ritrovo” con tanto di cappella, piccoli campi sportivi, piscina e chalet di montagna con tavolini dove poter fare il pic-nic, oltre ad una sala da ballo con pavimento in legno. Si perché quando all’esterno in inverno si raggiungono temperature di -30°, lì vi è una temperatura costante fra i 12 e i 15°. Da tutti noi molto apprezzata la cucina con i piatti tradizionali: colazione dolce e salato, il pane con il sale dell’accoglienza, le zuppe di brodo di pollo ruspante, le carni bianche e di agnello, accompagnati da panna acida e agliata, peperoncini, polenta, per non dimenticare i dolci che sono vere bombe caloriche, come il papanasi (krapfen con formaggio) e il cozinoc (dolce con le noci). Per il vino locale forse è meglio sorvolare, mentre da segnalare l’immancabile bicchiere di grappa aromatizzata in apertura di pasto e cena.

3)Umano: una piacevole e grande sorpresa per tutti, una popolazione aperta ed accogliente, molto legata alle tradizioni (balli, costumi) che esibisce in tutte le occasioni possibili, come in quella della nostra visita a Muntenii de Sus. Da parte nostra, abbiamo condiviso il più possibile la loro vicinanza, e la cosa è riuscita ben oltre le aspettative. Possiamo certamente affermare che hanno una particolare vicinanza nei confronti di noi italiani, anche perché non pochi comprendono la nostra lingua, perché viene insegnata nelle scuole oltre che in conseguenza delle loro migrazioni molto spesso proprio nel nostro paese. Sono state davvero tante le persone incontrate e conosciute che vogliamo ricordare: Ivonne la sommelier patentata a Milano, Ioan il cowboy dei boschi, Dara e Eugeny con i loro 6 figli con cui abbiamo condiviso una calorosa tavolata, le due done Ana, Catalin, Loredana, Milica, Sofia, Marcela e tanti altri che abbiamo avuto il piacere di conoscere. Vista la bella esperienza fatta, auspichiamo che possa avere rappresentato una sorta di viaggio pilota per avvicinarsi in modo non pregiudiziale alla Romania e al popolo rumeno, e che altri gruppi di persone possano visitarla, senza per forza contare su hotel a 4 o 5 stelle e cucina internazionale. Una sola cosa è d’obbligo, una guida per la lingua, perché sarà pur vero che il rumeno ha una derivazione latina, ma il parlato è incomprensibile.

G.G.

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