Chi siamo

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quattro anni con le persone per le persone:

Acli di Cernusco sul Naviglio

 – presidente: Giuseppe Parmendola

 LEGGI: lo STATUTO 2020

 le nostre attività

Cosa facciamo? :
LEGGI: Relazione annuale 2020

US. ACLI – gruppo bocce:
(presso il Centro sportivo di Via Buonarroti – Cernusco sul Naviglio)

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Presidenti del Circolo Acli negli anni :

In caricaGiuseppe Parmendola
2009 – 2016Elena Basso
2008 – 2009 Fernanda Vergani
2004 – 2008Roberto Comi
1996 – 2004Angelo Levati
1988 – 1996 Angelo Colombo
1985 – 1988 Sandro Bottani
1973 – 1985 Giordano Colombo
1969 – 1973 Giovanni Marchesi
1966 – 1969 Angelo Villa
1950 – 1969 Luigi Moraschini
1946 – 1950 Pietro Spinelli

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Per saperne di più delle ACLI ,
cosa sono, come si sono evolute, a cosa stanno lavorando,
download e leggi:

Le Acli e il loro futuro 

di Ampelio Sanson

Le ACLIAssociazioni Cristiane Lavoratori Italiani fondate  dal sindacalista cattolico Achille Grandi, sono un movimento educativo e sociale di cristiani a servizio dei lavoratori e della società. Esprimono la loro azione sociale attraverso i servizi, le imprese sociali, le realtà associative specifiche promosse in diversi campi di azione sociale.

Lavoro e sviluppo sociale sono i due grandi ambiti di impegno delle Acli che manifestano la loro appartenenza alla Chiesa con un proprio carisma, fondato sulla ricerca di una laicità cristiana matura espressa nell’impegno sociale. Nel contempo le Acli si impegnano, nel contesto dell’attuale democrazia bipolare, per la costruzione di una cultura politica democratica e riformista in cui sia rilevante la funzione del cattolicesimo democratico e sociale.

Le Acli promuovono il protagonismo sociale delle famiglia per riconoscere la famiglia quale soggetto attivo di promozione sociale ed economica e sono impegnate anche sui temi della pace e della cooperazione internazionale, dell’ambiente, dell’impresa sociale e del “terzo settore”, dello sport e del tempo libero.

Le Acli sono presenti nelle provincie di Milano e di Monza Brianza con la sede provinciale in via della Signora 3 a Milano e attraverso una rete di circoli e di servizi distribuiti sul territorio delle due province.


Le ACLI e il loro futuro

di Ampelio Sanson 16 09 2013

La loro evoluzione nel tempo

Le ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani sono nate a Roma nel 1944 e sono parte integrante del movimento sindacale in Italia sin dalle sue origini; sono state fondate da Achille Grandi allo scopo di “formare solidamente nella dottrina sociale cristiana” i lavoratori cattolici.

Nel 1948 avviene la scissione dell’unità sindacale. Le ACLI sono contrarie allo sciopero proclamato dalla CGIL a causa dell’attentato a Togliatti. Dopo questa scelta, le ACLI modificano il loro statuto e decidono di definirsi “movimento sociale dei lavoratori cristiani”.

Sin dai primi anni della loro fondazione, le ACLI hanno sviluppato concrete strutture collaterali come:  Patronato (assistenza sociale) molto ramificato nel territorio, ACLI terra (per i contadini), ENAIP (istruzione professionale), ACLI unione sportiva.

Da rilevare che già nel ’47 le ACLI contavano circa 500.000 iscritti.

Gli anni ’50 e ‘60

Le ACLI di Milano pubblicano nel 1952 l’inchiesta “La classe lavoratrice si difende”, in cui denunciano la condizione di sfruttamento e di discriminazione ideologica dei lavoratori, ponendo il problema della cittadinanza in fabbrica.

In quegli anni le ACLI si orientano sempre più a sinistra, esprimendo un libero spirito critico nei confronti delle azioni politiche e di governo della DC, auspicando un confronto quotidiano con tutti i lavoratori e non solo con quelli di estrazione cattolica. Ciò provocava scandalo nella CEI di allora.

Negli anni ’60 il presidente Livio Labor imprime alle Acli una svolta chiaramente progressista se confrontata a quella dei precedenti anni. Eredi della tradizione cattolica-sociale, le Acli di Labor prefigurano uno scenario di grande riformismo sociale; le relative tesi suscitano un grande interesse in Aldo Moro, presidente del primo governo di centro-sinistra in Italia. In questi anni diventa molto intensa l’attività dell’ENAIP, nascono l’unione ACLI delle cooperative agricole e l’ACLI casa.

Nel 1969 viene dichiarata la fine del collateralismo con la DC (presidenza Gabaglio); di rilievo storico è il convegno di agosto 1970 a Vallombrosa dove Emilio Gabaglio lancia “l’ipotesi socialista”. Con tali scelte le Acli intendono rifiutare sia il marxismo che la costruzione di una società capitalistica e scelgono di impegnarsi per una società che favorisca “il massimo soddisfacimento dei bisogni sociali e la piena realizzazione dell’uomo nel lavoro”. A seguito di questa scelta, nel giugno del 1971 arriva la ‘deplorazione’ di Papa Paolo VI.

Gli anni ’70 e ‘80

La fine del collateralismo provoca alcune lacerazioni e scissioni interne che costringono le Acli a doversi  riprogettare; tale processo induce la formazione di tre distinte correnti (si potrebbe dire di destra, centro e sinistra) che rappresenteranno così in modo pieno i diversi orientamenti culturali e politici presenti nell’associazione negli anni a venire.

Nel periodo del 1975-80, con l’elezione del presidente Domenico Rosati, si ricostituisce uno spirito unitario al quale si aggancia anche Gioventù Aclista che si era spesso portata, in particolare con l’avvento del ’68, su posizioni molto critiche diventando quasi un corpo estraneo.

Il presidente Rosati ebbe il merito di portare una ventata di aria nuova nelle Acli, di mettere in campo una politica atta a rivitalizzare i circoli e coinvolgere i servizi delle Acli nella vita dell’associazione, in anni difficili in cui l’Italia è martoriata dalla piaga del terrorismo.

La lettera di Giovanni Palo II al congresso del 1981 segna il definitivo riavvicinamento alla Chiesa cattolica.

Il 16° congresso (gennaio 1985) vide un’ampia partecipazione di interlocutori politici, sindacali, sociali e culturali, a testimonianza di un ritrovato credito esterno e servì anche all’associazione per acquisire la coscienza di essere diventata un movimento che non aveva nessuna intenzione di sottostare alle logiche dei partiti e agli egoismi sociali.

A Rosati succede il presidente Giovanni Bianchi che nel 1987 lanciò una nuova fase costituente nella società e nella politica.

Dopo la caduta del ‘muro’ (1989) pare che le Acli stentino in quanto tali a fare notizia per sé stesse, come testimoniano le celebrazioni per il cinquantenario, che hanno come protagonisti il Papa e la cantante Giorgia – invitata a festeggiare l’avvenimento -, mentre non sembra destare profondo interesse il cammino di rifondazione che le Acli hanno intrapreso.

Dal 1990 ai tempi attuali

Nel congresso del 1993 (la cosiddetta “svolta di Chianciano”) Bianchi chiede alle Acli di dar vita a una “rifondazione aclista” e di diventare “protagonista del terzo settore”.

Le ACLI si portano sempre più sull’asse della solidarietà e sussidiarietà mentre nello stesso periodo le confederazioni sindacali si concentrano sulle rivendicazioni salariali e sui diritti dei lavoratori. Siamo negli anni della politica di massima espansione del debito e della grande diffusione del welfare pubblico.

Nel 1994 il nuovo presidente è Franco Passuello, l’uomo della solidarietà …in movimento. Con lui viene integralmente riscritto il patto associativo delle Acli. Punti fondamentali del rinnovamento aclista sono tra gli altri:

la vita cristiana e la vocazione educativa;
il valore della solidarietà e della partecipazione democratica;
i diritti della persona che lavora;
la collocazione delle Acli nel terzo settore;
un orizzonte internazionale.

Dopo decenni di incomprensioni viene firmato nel ’96 l’accordo con la CISL di Sergio D’Antoni.

Sotto la presidenza Passuello le Acli rafforzano il proprio ruolo all’interno del terzo settore italiano.

Nel 1998 Passuello decide di seguire Walter Veltroni nel nuovo PDS, e nel novembre dello stesso anno gli succede Luigi Bobba.

Bobba è il primo presidente aclista che rappresenta la generazione che si è formata nella stagione post-ideologica dei movimenti e delle associazioni ed è stato tra i più convinti sostenitori della pacificazione con la gerarchia della Chiesa e della rigenerazione, anche spirituale, del movimento aclista.

Il congresso del 2000 si svolge a Bruxelles. Nella fase precongressuale le Acli indicano a sé stesse l’obiettivo di “ricomporre e rilanciare l’identità originaria che individuava il mestiere delle Acli nel trinomio:

‘fare formazione;
promuovere azione sociale;
organizzare servizi’ e nella riaffermazione di una forte identità di fede cristiana vissuta.”

Nel corso di questo congresso Bobba lancia una quarta fedeltà, oltre alle tre tradizionalila fedeltà “al futuro”, che diventerà un altro leitmotiv della storia recente del movimento. Le tre tradizionali sono quelle espresse da Dino Penazzato nel 1955 davanti a Pio XII, vale a dire fedeltà alla Chiesa, al mondo del lavoro e alla democrazia.

Il programma della Presidenza Bobba è articolato su cinque linee progettuali che impegneranno, negli anni seguenti, tutto il movimento:
il lavoro;
il welfare;
la pace – la cooperazione – l’immigrazione;
la rete europea;
la globalizzazione della solidarietà.

A questi obiettivi si aggiunge la realizzazione della Carta dei servizi e delle imprese e di una Scuola nazionale di formazione per i quadri dirigenti. Durante la presidenza Bobba sono numerosi i progetti di rilievo che vengono proposti. Tra essi, il “Manifesto sulla flessibilità sostenibile” per combattere l’assenza di ammortizzatori sociali in un lavoro reso sempre più precario, nel 2002; il manifesto per un “nuovo welfare portatile”; l’Agenda del lavoro per l’Italia, nel 2003; il “Progetto parrocchie”, per creare nuovi legami tra le comunità ecclesiali di base e le migliaia di circoli delle Acli sparsi per tutto il Paese, nel 2003 e nel 2004.

Nella primavera 2006 Bobba entra in politica e gli succede il trentaseienne Andrea Oliviero che in occasione del congresso di ottobre 2007 afferma “la nostra volontà di uscire dagli steccati, di avventurarci in strade nuove. Usiamo il verbo ‘migrare’, perché come migranti sentiamo il desiderio di partire alla ricerca di una terra più ospitale, carichi di speranza ma ugualmente incerti sulla meta, sull’approdo finale e disponibili a cambiare, anche in profondità se necessario. Il nostro non vuol essere certo un esodo né una fuga. Al contrario è un sentirci uniti al destino comune di tutti gli uomini, italiani e stranieri, credenti e non credenti”.

Anche Oliviero decide di entrare in politica, e da gennaio 2013 il nuovo presidente nazionale delle Acli è Gianni Bottalico.

Il futuro delle ACLI, prospettive e ruoli

Le ACLI nascono nel 1944 come espressione della dottrina sociale della Chiesa; sono state un movimento di espressione dei valori cristiani e di sviluppo della coscienza civile nel modo del lavoro, con una loro crescente indipendenza, con una rete  concreta di servizi e supporti. Cosa sono oggi? Quali posizioni hanno raggiunto rispetto, ad esempio, alle linee progettuali indicate dagli ultimi congressi?

Gli iscritti sono oggi pari a un milione (circa il 4% della popolazione lavoratrice), si presentano con 7.500 strutture territoriali (erano 8.612 nel 1948) ed erogano servizi a circa 3,5 milioni di persone.

Le ACLI sono presenti con sedi, circoli e progetti in 30 diversi Paesi.

L’organizzazione dei servizi ACLI è raccolta in denominazioni come:
Patronato e Caf (previdenza e fiscalità), Anni Verdi (ambiente),
Acli Terra (agricoltori),
Enaip (formazione professionale),
Solaris (lavoro associato),
Coordinamento Donne/Fap/Ga (condizione della donna, degli anziani e dei pensionati, e dei giovani),
Unasp (cultura),
Us Acli (sport),
Cta (turismo sociale),
Acli colf (area immigrati),
Ipsia (cooperazione internazionale).

Tutto ciò forma  una vasta gamma di servizi offerti a un’ampia tipologia di persone.

In Italia siamo di fronte oggi a una situazione tanto complessa quanto critica: gli anni della crescita sono un ricordo e la strategia del debito pubblico è ormai estinta; da anni la crisi finanziaria colpisce pesantemente l’Italia che si trova ora a essere la sola responsabile del suo futuro, con diseguaglianze sociali che si stanno solo accentuando.

servizi proposti dalle ACLI non sono la soluzione del ‘problema’ ma possono essere un valido contributo nella vita quotidiana di molte persone: lavoratori, donne, anziani e giovani, immigrati.

Per dare sempre più prospettiva e valore a tali servizi, ci si potrebbe porre una serie di domande/verifiche:

*   evoluzione del profilo socio-demografico degli iscritti: le ACLI stanno invecchiando o si mantiene il naturale ricambio? Ricambio degli iscritti, magari verificato per attività ed età, significa grado di attrattività e grado di adesione verso i valori ed il ruolo delle  ACLI;
*   intensità di fruizione dei servizi e della frequenza ripetuta nel tempo, per stabilire l’adeguatezza ed attualità dei servizi resi, verificando il peso del reale valore percepito dagli utenti. L’offerta delle ACLI è molto vasta ed è naturale che ci siano eccellenze affiancate magari da servizi modesti o che esistano duplicazioni di servizi meglio resi da altre associazioni. In tal caso sarebbe bene pensare ad alleanze con le realtà più competenti, che condividano i valori ACLI, in modo fa formare un robusto hub di servizi da presentare nel ‘portale’ (internet) delle ACLI, portale che può costituire il mezzo più attuale di connessione e dialogo con il mondo dei giovani, specie quelli nati dal 1980 (la cosiddetta digital generation).

Quanto sopra è ispirato dalla considerazione sull’immagine e sulla autorevolezza oggi riconosciute alle ACLI e dal relativo bisogno di essere costantemente alimentate.

Il termine ‘portale’ è usato per richiamare la realtà del mondo Internet che in una ventina d’anni ha radicalmente rivoluzionato le metodiche e le logiche di lavoro: in estrema sintesi si può dire che la rigida cultura del ‘posto di lavoro’ deve lasciare sempre più spazio alla cultura del ‘rendersi impiegabili’, specie per le classi più giovani, che probabilmente sanno di non potersi aspettare molte soluzioni ‘dall’alto’.

“Ma si sta sviluppando sempre più un movimento che sta cambiando tutto perché sa usare bene la prima arma di costruzione di massa: Internet. Che non è solo una rete di computer ma una rete di persone che provano a migliorare le cose senza aspettare niente e nessuno” (queste citazioni sono tratte dal libro di Riccardo Luna = cambiamo tutto! La rivoluzione degli innovatori –  perché quelli che vogliono cambiare il mondo non aspettano. Lo fanno, ed. Laterza).

L’elaborazione critica del trend del lavoro rappresenta un modo concreto per dare continuo corso a quello che il grande aclista Luigi  Clerici amava dire:  le ACLI non sono un’organizzazione assistenziale pur fornendo molti servizi, o semplicemente educativa pur facendo perno sulla formazione, le ACLI sono la sola centrale di tutta l’azione sociale dei lavoratori cristiani.

E allora, oggi,

quali sono le attività che le ACLI considerano prioritarie? Quali obiettivi specifici si stanno perseguendo? Quali progetti ci sono per coinvolgere sempre più il suo mondo di utenti e allargarne la base? Alimentare costantemente ambizioni, ideali, obiettivi, è il modo migliore per sostenere il proprio futuro.

Il mondo del lavoro è attraversato da gravi problemi. Tanto per citarne alcuni basti ricordare l’elevato tasso di disoccupazione giovanile (frutto anche di una distorta cultura sul valore del lavoro che arriva anche a rifiutarlo perché ritenuto non proprio confacente); l’evasione fiscale che sottrae risorse allo Stato e genera una sleale concorrenza; la presenza delle mafie che taglieggiano imprese, artigiani e commercianti; la fuga dei giovani cervelli con conseguente perdita di energie vitali.

Molti problemi sono di origine economica ma altri problemi derivano da una gretta o malevola concezione dell’etica del lavoro.

Su questi temi il ruolo delle ACLI potrebbe essere quello di coscienza critica nel tenere viva l’attenzione al riguardo con una costante pressione sia verso la base sia verso la classe politica, per svolgere anche la funzione di amplificatore dei bisogni e per sviluppare proposte mirate nel solco dei suoi valori.

Ci sono buoni esempi al riguardo, anche recenti:

il seminario di studi svolto a Milano il 21-22 giugno 2013 sul tema “LA LEGALITA’ LIBERA LO SVILUPPO;

la proposta delle ACLI relativa al Reis (reddito di inclusione sociale) commentata molto positivamente sul Corsera del 26 luglio scorso dall’esperto economista Maurizio Ferrera.

Quali potranno essere i prossimi passi, ispirati da un filo logico ideale (il filo del ‘racconto ACLI’), sviluppati con un ritmo incalzante?

È evidente che tale ruolo non è facile ma è altrettanto indispensabile per tenere viva la promozione sociale e la coscienza civile dei lavoratori.

Sullo sfondo aleggia un aspetto di per sé deprimente: gli italiani sono poco liberali. Da un recente sondaggio  sui valori nazionali si evince che, su cento proposti, la “responsabilità personale” finisce al 72° posto.

Tale sondaggio è stato condotto da VocAzione (http://www.voc-azione.org/), una società non profit che vuole promuovere dialoghi che possano generare un cambiamento positivo nel modo in cui opera il nostro Paese, coinvolgendo i cittadini, le istituzioni e le organizzazioni pubbliche, private e non profit. Questa associazione è sostenuta da tre società unite nello scopo di cercare di immaginare il futuro, di predisporre e promuovere il cambiamento richiesto, diffondendolo e sostenendolo con l’aiuto della  comunicazione e della operatività senza limiti fisici che si realizzano attraverso il web.

Bisogna esser parte dell’azione di cambiamento per non subire o non esser travolti dagli eventi.

Esiste la crisi, forse irreversibile, del lavoro concepito in modo tradizionale ma esistono anche migliaia di giovani che hanno sviluppato e sviluppano idee innovative e supporti per migliorare il modo di lavorare in grandi e piccole organizzazioni o per migliorare il mondo e la vita circostante in tante piccole e grandi cose, ed hanno avviato migliaia di start-up grazie all’impiego intelligente di Internet e della tecnologie digitali.

Il lavoro è sempre più un fatto di ‘rete’, dove viene dilatato a dismisura il concetto di ‘distretto’, quello che ha consentito a tante piccole-medie industrie italiane di essere competitive: oggi la competitività si gioca a livello globale. Sta prendendo forma una realtà lavorativa formata sempre più da ‘individui’ e piccoli gruppi e sempre meno da ‘fabbrica’ ovvero fabbrica sempre più concentrata sulle sue attività chiave e sempre più circondata da una rete di supporti e servizi.

Lavorare in ‘rete’ richiede tra le altre cose un grande senso di responsabilità personale: è quanto mai ‘solidale’ inculcare nei giovani il peso determinante che tale fattore ha per il futuro di ognuno di noi, in particolare per il loro futuro.

In conclusione, ho voluto qui raccogliere un insieme di fatti e di quesiti con il pensiero rivolto al futuro delle ACLI; il pensiero rivolto al futuro è sicuramente un forte collante sociale e un forte catalizzatore per chi cerca dei riferimenti credibili e desidera testimoniare i valori cristiani in una mutata realtà.

Nella situazione attuale è più che mai vero che rimanere fermi vuol dire andare indietro.

Ampelio Sanson     16/09/2013

Le attività del circolo di Cernusco:

Corsi di formazione, incontri, dibattiti su: temi sociali, del lavoro, culturali, religiosi, interculturali,
I temi che ci stanno a cuore : globalizzazione, pace, ambiente, energia, immigrazione, partecipazione sociale, sviluppo sostenibile
Periodicamente inviamo la Lettera di approfondimento agli iscritti e  il giornale JOB ZONE sui temi del lavoro
Scambi culturali e gemellaggi con altri circoli Acli italiani ed europei
Promozione dell’associazionismo degli immigratiSostegno a microprogetti nei paesi in via di sviluppo
Promozione del volontariato sociale

e i nostri Servizi ( per dettagli visita la pagina SERVIZI):
Scuola di italiano per stranieri
Visite culturali e ricreative
Patronato pensioni e pratiche varie
Servizi Fiscali (730, unico, ISEE, ISEU, RED, FSA, …)
Servizio pratiche per Badanti e COLF

Per i servizi, le Acli si avvalgono di personale esperto e del contributo prezioso dei volontari.

Le ACLI sono presenti con sedi, circoli e progetti in 30 diversi Paesi.

L’organizzazione dei servizi ACLI è raccolta in denominazioni come:
Patronato e Caf (previdenza e fiscalità),
Anni Verdi (ambiente),
Acli Terra (agricoltori),
Enaip (formazione professionale),
Solaris (lavoro associato),
Coordinamento Donne/Fap/Ga (condizione della donna, degli anziani e dei pensionati, e dei giovani),
Unasp (cultura),
Us Acli (sport),
Cta (turismo sociale),
Acli colf (area immigrati),
Ipsia (cooperazione internazionale).

Tutto ciò forma  una vasta gamma di servizi offerti a un’ampia tipologia di persone.